Silenzio 62 (il morbo)

Ora sei fermo. Obbligato a lasciar perdere doveri voleri e piccoli poteri. Siamo fermi. In ansia noia e astinenza. Come fare senza poter fare? Niente shopping, niente aperitivi. Niente business class. Niente voli di andata e ritorno in un solo giorno. Niente caffè e cornetto, ho fretta, grazie, prego, scusi.

Le foreste arretrano, i ghiacciai si spengono e forse non è solo pubblicità negativa. Magari lasciare l’auto serve davvero, ti potresti accorgere delle mani stanche di tua madre, ti potrebbe scappare una lacrima alla vista del corpo ingenuo di tuo figlio. Potresti trovare il coraggio di uscire dall’inganno della Economia Unica Legge del Cosmo. Potresti trovare il coraggio di fare di te stesso esattamente quello che avresti voluto fare di te stesso. Potresti tornare a sentire la tua fragilità, abbandonare la presunzione bipede delle “umane sorti e progressive” e riscoprire voci perdute: i tuoi sogni infranti, le tue inutili smanie, le occasioni in cui non hai saputo dire grazie, ti amo, ti voglio bene, hai bisogno di me? – scusa!

Fermati. Tanto sei già fermo. Chiedi proprio questo: hai bisogno di me?

Amen.

G. B.

Tutti giù per Terra!

Giro giro tondo, salva il mondo, fai qualcosa, pianta una rosa, lascia stare l’auto, vai a piedi a lavorare, pedala per andare, mangia meno carne, azzera ogni tua scusa, elimina la plastica, non bere bollicine, lascia star le merendine, non sfruttare gli altri, ricicla più che puoi, non comprare a vanvera, quello che non serve, quello che non conta, piuttosto ama e semina, spargi gentilezza, comprendi e usa il cuore, partecipa e contempla, fai sempre la tua parte, in questo Mondo fragile, giro giro tondo, il tempo sta scadendo, già adesso forse è tardi, occorre fare in fretta, occorre preservare, occorre ricucire, piantare e camminare, ama questo Mondo, il tuo pianeta azzurro, la vita tutta intera, la biodiversità, il cielo e la realtà, prima di cadere, tutti giù per terra, ama e ascolta il mare, ama e ascolta il vento, metti i piedi a terra, carezza i fili d’erba, la fronte di chi ami, gli alberi ed i rami, il mare e le montagne, l’arte: la tua Vita!

G. B.

La catastrofe

Le primarie. Il primato dell’economia. La segreteria del partito. Il partito del segretario delle primarie per la segreteria del partito delle primarie. Le trombe d’aria. Tutto è nella norma. Il clima è stabile. Il riscaldamento globale non esiste. Il principe è al suo posto. Il principale è in ufficio ma non può ricevere visite. La richiameremo noi. Le faremo sapere. La sinistra è lotta, opposizione & pure governo. Le grandi opere stupide: raddoppi stradali, alte velocità, corridoi commerciali, gasdotti multinazionali, estrazioni di combustibili fossili, ponti tra continenti e isole sismiche. La destra è sovranista, di governo, d’opposizione, secessionista, nazionalista e anche un po’ popolare: inoltre ha consenso, sondaggi e ruspe. Il centro è moderato e commerciale: è un centro commerciale h. 24. Il diritto allo shopping è scritto nella costituzione delle cooperative di ogni colore. Per salvare l’economia occorre incrementare i consumi e poi incenerire quel che resta. Bisogna pure consumare nuove generazioni di dirigenti usa e getta non riciclabili. I vecchi leader fanno il vino, discutono di Marcuse e bevono Chianti. I nuovi leader non conoscono Marcuse, non fanno il vino e bevono rosati del sud. Le banche vendono danaro già indebitato. I traffici sono tutti leciti, anche se illeciti, purché facciano incrementare l’occupazione a mezzo servizio: ben vengano le acciaierie e pure le discariche e anche le trivellazioni e i parchi eolici. Lo spread del notiziario del mattino incrementa i tassi di cortisolo nel sangue di risparmiatori in ansia dalla sera prima. Il silenzio sugli innocenti morti invano è silenzioso, assordante! La Natura chiede il conto e chiede all’Uomo: chi sei? L’Uomo non sa più rispondere. Cosa stiamo facendo al Pianeta? Ecco l’unico tema politico degno di pubblica considerazione: la crisi ecologica planetaria. Ecco il solo tema del quale politicanti stolidi, votati da sterminate masse di consumatori inebetiti dai saldi di fine del mondo, non vogliono parlare. Deserti, piogge bibliche, bambini senza vita sul fondo di mari invasi dalla plastica, affamati senza giustizia: la catastrofe non ci impedisce di fare l’aperitivo, forse è solo un documentario tra un black friday e Natale.

G. B.

Silenzio 22 (o del cambiamento)

Non più gesti superflui. Non più acqua di quella che occorre. Non più parole di quelle utili a fare sentire gli altri migliori. Non più oggetti irrilevanti. Non più cibo di quello che mantiene sani e forti. Non più automobili costose. Non più orologi da polso. Non più mail a mezzanotte. Non più social mentre mangi con gli altri. Non più messaggi mentre giochi con i tuoi figli. Non più elettricità di quella che serve a illuminare stanze buie. Non più pensieri astiosi. Non più atti meschini. Non più pornografia della morte. Non più reality show. Non più shopping compensatorio. Non più del dovuto. Non più del necessario. Non più sensi di colpa & non più accuse. Non più pettegolezzi. Non piu silenzi astiosi. Non più cibo biologico di terre remote &  non più pane buttato. Non più pranzi di famiglia senza amore. Non più di 1.5 gradi di temperatura (in più) nei prossimi 12 anni. Non più vendetta.

Cambia. O non potrai più dirti innocente.

G. B.

Plastificazione

La plastica sta soffocando gli Oceani e i Mari del Mondo. Forma isole vastissime e collose, gelatinose, asfittiche. Minaccia l’ecologia marina e l’intero equilibrio ecologico planetario.

La plastica è (plasticamente?) molte cose: epoca, stile, modus operandi, forma del pensiero, archetipo industriale, modello estetico, visione del mondo – non più solo un materiale, dunque, ma una forma monodimensionale della civiltà dei consumi. Abbiamo avuto un’età della pietra e un’età del ferro; questa è l’età della plastica.

La plastica ha trasformato il nostro modo di pensare, se è vero che siamo finiti col pensare in modo plastificante: l’ideologia dell’artefatto è diventata morale dell’artificio.

Negli ingenui, ma non del tutto incolpevoli, anni ’50 – ’70 dello scorso secolo, contadini e borghesi abbandonarono gli oggetti degli avi (terrecotte, ceramica, vetro, legno) per  far posto a plastica blu e bianca. La TV mostrava famiglie soddisfatte dai nuovi, versatili, oggetti. Plastica voleva dire petrolio: questo connubio è ancora decisivo per comprendere la dimensione strategica del problema.

Usata senza scrupoli da miliardi di individui ogni giorno, la plastica è mal gestita nel suo effimero ciclo commerciale; ma così deve essere, lo stabilisce il Mercato.

Nel volgere di pochi decenni, dalle buste per la spesa alle bottigliette di acqua diuretica (sic), il passo è stato breve. Il nostro immaginario si è plastificato: senza plastica non è pensabile vivere.

Ogni anno “finiscono” in mare circa 8 milioni di tonnellate di plastica. Dal 1964 la produzione mondiale di plastica è aumentata di venti volte e rischia di quadruplicare entro il 2050. Per quella data, il 20 per cento del petrolio estratto nel mondo sarà utilizzato esclusivamente al fine di produrre altra plastica. A livello mondiale, meno del 5% della plastica viene riciclato; finisce in discarica il 40% per cento circa e il resto, circa un terzo, “termina” nell’ambiente.

Si parla ormai, con cognizione, di plastisfera, con riferimento al nuovo ambiente che si è formato in vaste aree marine del Pianeta.

Quel che  ha reso alieno l’Uomo al Mondo, renderà dunque alieno il Mondo all’Uomo?

G. B.

 

Ipermercato

Concorsi & Ricorsi. Manuali & Assegnazioni. Prove & controprove. Immissioni & Omissioni. Punteggi & Dileggi. Scadenze & Incombenze. Rate & Riti. Entro e non oltre. Non entro. Vado oltre.

Merendine & Abbonamenti: resti solo, ma in esclusiva – sulla piattaforma. Con comode rate vitali. Leggere attentamente le istruzioni & le finzioni.

Cibo pronto & già cotto. Dieta senza & con lo zucchero aggiunto. Voto disgiunto. Sgravi fiscali & gravi attentati. Parvenze di lotta & di governo.

Vita da polli con mutuo per la gabbia fino alla fine dei tempi. Smog. Polveri sottili & poveri sottili: dall’aperitivo alla fame – alla stessa ora in diretta. Alta pressione sulle città. Pressione alta nelle città. Insonnia & Siccità. Bombe d’acqua & Terroristi. Affaristi & Sorrisi d’ordinanza. Scuola & Impresa. Fibra ottica. Effetto ottico. Comprare & Consumare: panettoni a novembre, feste distorte, palestre, doposcuola, dopocena, aperitivi, sesso a rate & auto in contanti.

Alzare il morale. Produrre. Rilanciare il tenore di vita, al quale dare la vita. Per due soldi. Che diventano quattro – lavorando al cubo. Terrore di vivere & Vacanze. Nelle capitali europee. Fuori luogo. Alla ricerca di un Alibi.

A fine mese altro giro e altra tassa sui rifiuti. Da produrre per innalzare la quota di raccolta differenziata. Per mostrarsi virtuosi. Nel Sistema che uccide Oceani ma incrementa il premio.

Notiziari & Dibattiti. Su nuovi fascismi e vecchi produttori sessuali col vizio del cinema. Ecco la catena di montaggio di palloni, jeans, caramelle e aria tossica.

Puoi dire di No!

G. B.