Silenzio 11

Il desiderio ti confonde? Il proposito ti ostacola? La volontà ti irrigidisce? La razionalità ti stordisce? La speranza è evaporata? Resta in silenzio. Resta in silenzio, agisci in silenzio, ama in silenzio. Fai tutto in silenzio, pensa in silenzio, rispondi in silenzio, cammina in silenzio ed esisti in silenzio.

Lascia pure che ti fraintendano o che ti sminuiscano, che ti tradiscano o che ti respingano; lascia che ti rinneghino, che ti deridano, che ti offendano. Tu resta in silenzio ed evolvi nel tuo florido giardino silenzioso.

Il tuo regno non fa rumore, il tuo regno è un Giardino ed è invincibile!

G. B.

 

Paradiso

Il paradiso è un recinto, al cui interno sostare e contare le stelle. Lascia, però, il recinto già noto e va’ a piantare giardini imprevisti. I tuoi paradisi saranno nei sassi e nei petali dei nuovi giardini cinti di rose – e non d’assedio.

Osserverai api solerti, gelsomini pazienti, ortiche potenti. Osserverai e saprai cosa fare.

Il paradiso è un giardino. Sii giardiniere.

G. B.

Rosa tra i sassi

Hai della terra? Coltivala. Non ne hai? Coltiva lo stesso. Bisogna coltivare tutta la terra possibile: quella che c’è, non quella che si possiede.

Coltiva vasi, vasetti, barattoli in latta e zolle residue. Coltiva in verticale, in orizzontale, in pieno campo e nei fossi. Coltiva ovunque, dove c’è humus e dove c’è più roccia che argilla. Pianta. Semina. Zappa. Tieni caro il basilico, cura la menta. Cimentati con i peperoni e con i limoni. Alleva ciliegi.

Non vergognarti di chiedere terra. Riunisci gli amici e i cari. Progetta giardini imprevisti.

Comincia da qualche bulbo e pianta talee. Avrai un boschetto, un giorno, nel quale star fresco e star bene. Coltiva, dunque: allevierai depressioni e rabbie; o ti parranno naturali tempeste tra i rami.

Ricorda sempre la compagnia e il coraggio: come i nasturzi, felici tra i pomodori, e le api, che non minacciano ma fanno fiorire il mondo.

Coltiva tutta la terra che puoi ma lasciane sempre un pezzo com’è, selvaggiamente arruffato. Infine, quando sarai stanco, siedi ai piedi di un albero, bevi dell’acqua, prendi un respiro e guarda la rosa tra i sassi. Ecco cos’è il tuo tempo: foglie mosse da venti invisibili.

G. B.

Le fragole

Living is easy with eyes closed. (Strawberry fields foreverer)
John Lennon
Qual è il tempo delle fragole? Quand’è il tempo delle fragole? Oh, le fragole, promettenti e rosse, dolci e pungenti; profumate.
Le fragole bagnate nel limone e nello zucchero; le fragole sulla sommità di crostate alla crema; le fragole perdute nella soffice voluttà obliosa della panna.
Il loro tempo è come il nostro tempo? V’è sempre un tempo per le fragole?  Le fragole a gennaio, a febbraio, a marzo? Le fragole a ottobre, a novembre? Le fragole se piove, le fragole col sole? Le fragole sempre, ovunque e ordinate? Le fragole ordinarie, assemblate, inscatolate?
Le fragole in ogni momento, lucide nella gelatina delle frolle domenicali? Le fragole in qualsiasi giorno dell’anno?  Qual è il tempo vero delle fragole?
Chiedetelo, chiedetelo a voi stessi. Se sapete con certezza qual è tale tempo, chiedetevi perché non siamo più capaci di attenderle nel tempo.
Perché anticipiamo, prolunghiamo, deroghiamo a un tale tempo come a una legge infranta nell’uso e dalla ragione?
No, invero no, vi è un solo tempo per le fragole. Dunque piantiamo fragole, in giardino e nell’orto, nel vaso o nel più modesto degli spazi; e che abbiano sole, ma un po’ d’ombra e acqua senza eccessi.
Al tempo della loro fioritura, nel maturare emozionante dei fragili frutti, vedremo sulle piccole piante altre infiorescenze immature, verdi e pallide; sapremo che v’è un tempo delle fragole nate e nascenti; che v’è un tempo per tutto e per le fragole…
Giovanni Bongo

Il giardino

Camminare con passo lento, alzare gli occhi, di quando in quando sostare nei pressi di una siepe.

Sedere su di un sasso largo, oppure accomodarsi su panchine lasciate a prendere età nel tempo delle piogge assorbite da ferri infine spugnosi.

Scrutare, tra le larghe fronde, frammenti di nuvole sparse come casi della materia; casi sparsi a caso, soltanto in apparenza.

Udire il canto di uccelli irriconoscibili e il ronzio di rapidi insetti danzanti.

Soprattutto, i giardini sono gentili, non giudicano, non insultano, non ledono, non assillano. I giardini parlano con fare gentile oppure tacciono discreti, lasciandoci la possibilità di pensare senza pesare.

I giardini sono le migliori compagnie possibili, quando siamo soli; oppure quando siamo in compagnia di compagni tormentosi.

Nei giardini il vecchio è men solo, il bambino è meno schernito, lo studente è più audace, il professore può allentare la cravatta e la presa sulla pretesa di essere infallibile. I cani, i piccioni, gli animali incresciosi altrove, trovano ristoro e umana complicità nei giardini.

Nel giardino l’umanità respira, risiede, si radica gradita a sé stessa e sboccia.

 

Meritiamo un giardino, specie quello che sapremo curare.

G. B.

Coltiva!

Hai della terra? Coltivala. Non ne hai? Coltiva lo stesso. Perché bisogna coltivare tutta la terra possibile: quella che c’è, non quella che si possiede.

Coltiva vasi, vasetti, barattoli di latta e zolle residue. Coltiva in verticale, in orizzontale, in pieno campo e nei fossi. Coltiva ovunque. Coltiva dove c’è terra e dove c’è più roccia che terra. Pianta e semina. Zappa. Tieni caro il basilico e cura la menta. Cimentati coi peperoni, con i limoni, con il prezzemolo. Alleva ciliegi.

Non vergognarti di chiedere terra. Riunisci gli amici e i cari. Progetta giardini imprevisti.

Comincia da qualche bulbo, da qualche arbusto; pianta talee. Avrai un boschetto, un giorno, nel quale star fresco e star bene. Coltiva: allevierai depressioni e rabbie; o ti parranno naturali tempeste tra i rami.

Ricorda la compagnia e il coraggio: i nasturzi sono felici tra i pomodori & le api non minacciano, fanno solo fiorire il mondo. Coltiva tutta la terra che puoi ma lasciane sempre un pezzo com’è, selvaggiamente arruffato. Quando sei stanco, siedi ai piedi di un albero, bevi dell’acqua e prendi un respiro. Ecco cos’è il tuo tempo: foglie mosse da venti invisibili.

G. B.