Ho mani, mani. E ho piedi. Ho occhi, occhi profondi, e ho pelle, capelli, sogni. Avevo sogni. Ti ho accarezzato la testa, ieri, amore mio. Mi hai preso le mani, ieri, piccolo mio.
Dovevo ancora fare, fare, fare. Dovevo fare con le mani e con i piedi. Dovevo guardare. Dovevo camminare, scrivere, parlare. Sì, dovevo parlare. Perché ho bocca e pensieri.
Con la bocca volevo ancora mangiare, bere, baciare. Volevo fare con l’intero corpo tutto quello che si può e non si può dire.
Stavamo insieme sul barcone. Stavamo insieme in silenzio.
Avrei voluto dire che volevo vivere, lasciare vivere, aiutare a vivere.
Qualcuno ha deciso di non farci vivere, di non farmi vivere. Ho avuto freddo. Avevo freddi i piedi, le mani, gli occhi; ho sentito il peso del mio sangue, delle scarpe, dei vestiti pieni d’acqua nel mare grande e freddo. Non posso più dire com’era bello il mare dalla spiaggia, com’era bello guardare il cielo.
Mi hanno fermato al confine immaginario di un mondo inesatto. In pieno male, in mezzo al mare.
G. B.