Silenzio 55 (del Natale)

Comprare. Sognare. Ricercare, oppure volere: nulla di vecchio, solo abitudini senza respiro, senza sospiri. Svendite, vendite, file & attese, elenchi di sorprese, corse tra i pacchi, corse coi sacchi, consumi & affari, volumi mai pari. Fai un’offerta qua, sostieni una causa là, ricorda chi è meno fortunato di te tra una cena e un cenone, lontano dai pasti, mai prossimi al cuore. Poi, fingi per bene e prega per finta, torna a comprare finto caviale.

Apri per bene gli occhi, invece. Io so di cosa hai bisogno. Hai bisogno di amare, ricordare, sostare. Hai bisogno ti ascolto, carezze, prati; di abbracciare forte un’anima distante e di non perdere altro tempo invano. Hai bisogno di un senso, di orizzonti, passioni.

Salva te stesso, esci dalla fila, rifiuta i consumi. Cura una zolla, sorridi a un anziano, ascolta storie vivaci di bimbi soli; leggi racconti, tendi le mani a chi è rimasto fuori e respira, sospira, dona.

Soprattutto, desidera, guarda in alto gli astri, dove ardono i sogni. 

Amen. 

G. B.

In mezzo al mare

Ho mani, mani. E ho piedi. Ho occhi, occhi profondi, e ho pelle, capelli, sogni. Avevo sogni. Ti ho accarezzato la testa, ieri, amore mio. Mi hai preso le mani, ieri, piccolo mio.

Dovevo ancora fare, fare, fare. Dovevo fare con le mani e con i piedi. Dovevo guardare. Dovevo camminare, scrivere, parlare. Sì, dovevo parlare. Perché ho bocca e pensieri.

Con la bocca volevo ancora mangiare, bere, baciare. Volevo fare con l’intero corpo tutto quello che si può e non si può dire.

Stavamo insieme sul barcone. Stavamo insieme in silenzio.

Avrei voluto dire che volevo vivere, lasciare vivere, aiutare a vivere.

Qualcuno ha deciso di non farci vivere, di non farmi vivere. Ho avuto freddo. Avevo freddi i piedi, le mani, gli occhi; ho sentito il peso del mio sangue, delle scarpe, dei vestiti pieni d’acqua nel mare grande e freddo. Non posso più dire com’era bello il mare dalla spiaggia, com’era bello guardare il cielo.

Mi hanno fermato al confine immaginario di un mondo inesatto. In pieno male, in mezzo al mare.

G. B.

Dove il mare tace

Il cuore aperto. I porti chiusi. Le felpe del ministro. I giubbotti del ministro. Il ministro poliziotto. Il ministro pompiere. Il ministro centravanti. Il ministro artificiere. Il ministro col rosario. Il ministro con vista sul tetto. Il silenzio degli innocenti. Il complice silenzio dei vivi. La fuga disperata da casa. La ricerca della felicità. L’inizio della recessione. La cessione di sovranità. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nel sondaggio. La razza padrona. La razza padana. La razza italiana. La razza cristiana cattolica apostolica & romana. L’Italia agli italiani. Prima gli italiani. I bambini in mare. I tuoi figli al caldo. I bimbi in mare. La ragione di Stato. Il sonno della ragione. L’inflessibilità verso l’Europa. Lo sgomento per i morti. Tanto è domenica. Lo scudetto è già assegnato. La messa è finita. i bignè pure. Il futuro è certo, l’economia è in ripresa. Il cielo è caduto in mare, sempre più blu, sempre più giù, dove i corpi marciscono in silenzio. Dove il mare tace.

Amen.

G. B. 

Ai figli 8

Foste figli. Perdevate tempo, sudando e gridando no a chi consigliava virtù lontane dai vostri sogni. Fuggivate lontano negli ampi deserti dei vostri desideri, in cerca di acqua e di boschi. Volevate ridere. Volevate un motivo serio per un gioco cosmico chiamato Vita. Siete stati delusi, feriti, colpiti? Ricordate, dunque, chi siete stati millenni fa. Sorridete e fate sorridere i vostri figli. Non date loro presunte colpe, offrite loro saggezza. Parlategli con lingua onesta. Mostrate vero amore, testimoniatelo con ogni gesto. Accompagnate i loro passi. Siate sempre figli di voi stessi: così diventerete madri e padri degni del nome.

G. B.

Supermarket 1

Corrono. In gruppi che non sono tali. Per l’ultima offerta. Fino all’ultimo pacco. Irrisoria vacuità. Si dicono di destra o di sinistra. Fanno le stesse cose. Con chiaro vantaggio del Potere.

Io i negri non li voglio più vedere, io invece sono favorevole ai matrimoni omosessuali; io ho comprato le merendine bio per i miei bambini, io invece ho trovato la mortadella a 0.50 il chilo; io ho preso le olive taggiasche, io invece ho taggato gli amici (noli me taggare, ndr); che poi la cultura è a sinistra, che poi io a quelle di sinistra gliela farei vedere (sorrisetto ammiccante); che poi io non sopporto proprio gli zingari, che poi io non è che sono razzista ma secondo me i napoletani sono tutti un po’ ladri e i milanesi sono tutti un po’ stressati e gli inglesi non hanno il bidet e i francesi con il pane sotto le ascelle sono osceni quindi viva l’Italia, ma non tutta, una parte; io ho comprato un nuovo smartphone ché c’era l’offerta, io non so se andrò in vacanza però agli immigrati danno 35 euro al giorno; io non sai che schifo ho provato quando ho visto quella coppia di ragazzi che si tenevano per mano, io vorrei farti notare che siamo tutti uguali e che più tardi ci vediamo per uno spritz…

Fine.

G. B.

 

Selfie made man

Rendi speciale la sua giornata, oggi la vostra amicizia compie un anno! M’ama, non m’ama, piaccio o non piaccio? Quanti like ho? Mi notano, mi menzioneranno? Dicono che sto proprio benissimo (lo pensano davvero?) e rispondo che mi vedranno presto in diretta.

Peccato, però, che tu non veda chi ti vede. Dici amico e sai ormai poco di lui. Dici amica e non sai come vive. Sono soli? Cosa li fa ridere, cosa li fa piangere? Quanti appuntamenti hai preso e perso? Anagramma di una disfatta: tempo preso e perso.

I tuoi amici non leggono un tuo post già da un po’. Scrivi un post! Fagli sapere che ci sei, senza esserci. C’è chi metterà un like perché si sente superiore: elargirà consenso. Chi non lo metterà perché si sente inadeguato: nasconderà affetto.

Ci faremo foto perché le vedano in tanti ma non ci vedremo affatto! Siamo presi a guardare le nostre smorfie nello specchio dell’irrealtà. Dobbiamo farci da soli, generazione di gente che si alleva in proprio. Dobbiamo far vedere che siamo senza far vedere chi siamo.

Questa è un’epoca nuova. Di nuove conquiste. Siamo imprenditori della nostra incerta immagine. Siamo selfie made man!

G. B.