I giudici

Se non vuoi più essere giudicato, smetti di giudicarti. Se non vuoi più essere sopraffatto dalla paura, lascia parlare le tue paure. Hai fatto il possibile e non è bastato. Hai commesso errori e hai imparato. Ogni fallimento ti ha offerto un vantaggio. Ogni vantaggio è diventato un impedimento. Una virtù eccedente diventa vizio. Un vizio ben compreso diventa sapienza. Gli errori sono scoperte. Certe scoperte possono far male. Certi dolori possono farci del bene. Il bene ci può rendere fragili. La fragilità può renderci sensibili. La sensibilità può limitarci e ogni limite può diventare una occasione. Chiamiamo occasione una nostra versione delle cose. Ogni nostra versione delle cose è una avversione verso altre cose. Avresti potuto fare meglio? Avresti dovuto fare prima? Sì, se te ne fossi accorto prima e se avessi osservato meglio: se non fossi stato tu in quel dato momento. Se avessi fatto meglio, e prima, chi oggi ti giudica non potrebbe farlo – perché non l’avresti incontrato. I nostri giudici crescono nell’ombra di quel che non siamo diventati. Ogni giudice dei nostri errori è un maestro scarso di se stesso. Solo chi ascolta senza giudizio può giudicare senza condannare. Il che vuol dire non giudicare affatto.

Amen.

G. B.