Silenzio 12

Diremo, un giorno, l’avessi ascoltato. Diremo, un giorno, l’avessi abbracciata. Un giorno, tuttavia, sarà tardi. Avremo fallito. Avremo fatto tardi per aver fatto in fretta, correndo da un angolo all’altro dei nostri insignificanti recinti. Così capiremo il valore di ogni abbraccio, di ogni parola, di ogni sorriso non dati.

L’estate è la stagione dei ricordi. Profuma perfino nel dolore di ritorni impossibili. Consente tuffi nelle onde quantiche del nostro tempo perduto. Ogni estate ricordiamo, senza per questo smettere di compiere gli stessi sperperi: non doniamo tempo a chi ce lo chiede; ci facciamo attendere da chi ha bisogno di noi; lasciamo soli i padri e le madri, i figli e gli amici.

Considera il talento di chi ti chiede la grazia di un po’ di attenzione. Mostra interesse per l’appello di chi ti chiede ascolto e un caffè. Passa dai tuoi cari, ti offrono presenza e affetto, buon cibo e buon vino; sono sempre al tuo fianco quando hai fame e sete di conforto.

Abbandona i tuoi accidiosi impegni. Non meritano il sacrificio dei tuoi affetti. Prendi (non perdere) altro tempo. Stai qualche ora al fresco con il tuo più caro amico: è depresso, possibile che tu non lo capisca? Cammina in riva al mare con i tuoi bambini, ti adorano e non saranno piccoli per sempre. Attraversa un uliveto o un campo di fiori con tua madre, potreste dirvi parole imperdibili. Condividi i pensieri densi di tuo padre, certi silenzi parlano più di un poema. Tieni la mano del tuo uomo, di notte: potrebbe aver paura. Abbraccia la tua donna, al risveglio: potrebbe essere stanca. Soprattutto, taci quando è opportuno, spegni il telefono e i suoi insulsi richiami, rispondi alle lettere di chi aspetta una parola di sostegno, medita sul tuo enorme spreco di grazia e gratitudine.

Io vedo che i nostri errori sono sempre gli stessi. Perdiamo tempo credendo di guadagnarne. Giudichiamo senza ascoltare. Pensiamo di sapere tutto degli altri e non consideriamo nessuno nella sua vera essenza. Non conosciamo a sufficienza noi stessi.

Quanto a me, ho deciso. Mi terrò in disparte. Resterò in silenzio come un monaco, un pellegrino, un eremita o un guerriero deluso. Non ti cercherò finché non sarai tu a cercarmi. Non richiamerò la tua attenzione finché non mi osserverai con  sguardo amorevole. A me non puoi mentire. Ho smesso di vivere nel recinto. Credo nell’amore che osa chiamare il suo nome. Credo nell’amore che dà prova della sua presenza.

G. B.

 

Yehōchānān

Uomo, che mangi miele e locuste. Uomo, che battezzi nell’acqua di un fiume e nel fuoco delle tue parole. Uomo, che predici il futuro e predichi giustizia. Uomo, benedetto da Dio e detestato dai corrotti. Uomo, che cammini e non conosci tregua. Uomo, che ami e attendi il Maestro. Uomo, che sai scrutare i cieli del deserto. Uomo, che sudi e tremi nel deserto. Uomo, il tuo nome è il mio nome. Io sono il mio nome e finalmente chiamo ogni cosa con il suo nome. So cos’è l’ipocrisia, riconosco la solitudine, valuto il dono, soppeso i giudizi, rendo grazie alla bontà, ho tenerezza per chi mi ha dato e mi ha tolto con simile gesto, ho pietà per i fragili e posso abbandonare i bugiardi alle loro millanterie.

È notte, cammino, sento che il mio nome è il mio impegno. Con me stesso. Con la mia essenza. È giorno. Avverto la fragilità del mio tempo. Avverto la presenza di chi vorrei fosse ancora al mio fianco. Di chi è ora al mio fianco. Di chi sarà al mio fianco. Di quello che resta da fare.

Così sia.

Giovanni Bongo

Silenzio 11

Il desiderio ti confonde? Il proposito ti ostacola? La volontà ti irrigidisce? La razionalità ti stordisce? La speranza è evaporata? Resta in silenzio. Resta in silenzio, agisci in silenzio, ama in silenzio. Fai tutto in silenzio, pensa in silenzio, rispondi in silenzio, cammina in silenzio ed esisti in silenzio.

Lascia pure che ti fraintendano o che ti sminuiscano, che ti tradiscano o che ti respingano; lascia che ti rinneghino, che ti deridano, che ti offendano. Tu resta in silenzio ed evolvi nel tuo florido giardino silenzioso.

Il tuo regno non fa rumore, il tuo regno è un Giardino ed è invincibile!

G. B.

 

Se

Se io miglioro, tu non peggiorare. Se io peggioro, tu non condannarmi. Se mi vedi in silenzio, ascoltami. Se ti ascolto, non urlare. Se uso la dolcezza, rinuncia alla rabbia. Se governo la rabbia, alimenta la mia pazienza. Facciamo questa strada insieme. Apriamo nuovi sentieri, insieme. Se mi addebiti i tuoi fallimenti, soffrirò per colpe che non ho. Se non perdoni i miei errori, mi farai sentire prigioniero del fallimento dal quale ho appreso tanto, divenendo ciò che dici di amare. Siamo nello stesso fiume, mai identici a noi stessi, in costante cambiamento. Ci vogliamo bene soltanto se ci vogliamo bene. Il resto è odio. E non può riguardarci.

G. B.

Camminare 28

Si ha improvvisamente voglia di lasciarsi alle spalle anche il tempo: non può accadere, il tempo è in noi. Si desidera andare senza alcuna certezza, sospinti dal bisogno di dimenticare ogni abitudine: questo è possibile, a patto di correre il rischio di patire in modo nuovo. Si cerca infine una risposta nel presente e in ciò che si ha attorno: ci si avvede di dover salutate i luoghi abituali.

Andarsene è un modo, talvolta l’unico, per dire: io vivo!

G. B.