Senno di poi

I buoi sono scappati, il senno di poi è il poi del senno; ormai è fatta, tutto è andato secondo copione (nel bene e nel male); inutile indugiare, il latte è versato, il dado è tratto, potevi pensarci prima; prima o poi verrà l’occasione tanto attesa, chissà se un giorno verrò compreso, chissà se un giorno comprenderò; tutto scorre, il tempo fugge, cogli l’attimo e non lasciarti andare; siamo come foglie sugli alberi, siamo rose rosse o pallide; se son rose feriranno, vedrai. Pensaci bene (prima di fare un passo); un passo falso è meglio di una stasi vera. Rimorsi o rimpianti? Per davvero o per finta? Vero o falso? Meglio vero, ovvio! Che peccato, però, che anche il vero sia fugace. Che sfortuna, però. Non doveva accadere, però. Però è nei fatti, però accade, però è già accaduto. Accade. Poteva non accadere? Poteva essere altrimenti? Fattene una ragione. Fatti forza. Fatti avanti. La teoria crolla. L’ideale non era tanto puro. Piuttosto, ascolta, sorreggi, aiuta e condividi. Occorre sperare o è meglio fare, provare, dire e baciare? Occorre ipotizzare o è meglio sentire? Ecco, sentire: che il passato non è più; che il futuro non è ancora. Che sei qui. Che ci sei ora. Che sei vivo. Il senno di poi è il poi del senno. Vivi!

G. B.

 

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