Ascoltare è far dire. Far dire all’altro quello che l’altro dice, permettergli di dirlo mentre lo si accoglie.
Ascoltare è lasciare dire. Lasciare dire quello che l’altro dice, permettendogli di dirlo mentre lo si ascolta.
Ascoltare è rinunciare alla fretta di dare una risposta. È permettere a se stessi di dire qualcosa senza caratterizzazioni (immediate) di natura classificatoria: questo è un pensiero molesto, questo è un pensiero da aperitivo, questo è un pensiero per Natale, questo è un pensiero profondo, questo è un pensiero immondo…
Ascoltare è un esercizio di coraggio e libertà: in primo luogo ascoltare, poi meditare, poi analizzare, infine rispondere (neppure necessariamente) ma solo sulla base di quel che si è compreso.
Ascoltare significa riappropriarsi del proprio silenzio; delle voci che sono attorno a noi, sottili, fragili, lontane, prossime, impercettibili: uccelli, vento, sassi. Cani, foglie, fiori. Ricordi. Chi c’è, chi amiamo. Chi è stato, chi è possibile, quel che è possibile.
Ascoltare è praticare un esercizio fisico; ma ancor più un esercizio etico.
Ascoltare è dare corpo all’ascolto, dando ascolto al corpo.
G. B.