Camminare 10

Bisogna cercare la scrittura del reale: scrivere soltanto nel prolungamento di quei passi solidamente marcati, martellati. Frédéric Gros

Da quanto lo ripeto: fai quel che dici, dichiara solo quel che pensi. Da quanto lo ripeto. I piedi fanno male, oggi. Oggi fanno male i muscoli. Non è dolore in senso stretto, e pieno. Si tratta della certezza di esistere. Di essere piedi e bocca, parole e pensieri.

Parole e pensieri fanno male. Perché concepiamo pensieri dolenti? Perché non li rigettiamo come ingombranti pesi di cui disfarci per meglio procedere?

I pensieri sono nostri solo a metà; e neppure per metà certe volte. Ce li hanno inoculati come fossero virus, o vaccini, tanto tempo fa.

I piedi sono duri. L’arco plantare è teso: ma io non sono freccia, oggi. Cammino da ore, fatico, penso in modo incoerente. Soprattutto vedo immagini rotte, prese e perse chissà dove e chissà quando.

Vedo battaglie, orge, piacere e dolore, anime perse e corpi ritrovati; vedo e non vedo altro che polvere, alberi, gente allegra e spossata per la medesima ragione.

Cammino, non capisco neppure il senso di questo cammino.

Dovrò pur arrivare alla parola esatta; dovrò pure arrivare da qualche parte. Dovrà pure avere un senso, tutto questo vivere…

Giovanni Bongo

Foto: G. B.

Foto: G. B.

2 thoughts on “Camminare 10

  1. Tutto questo vivere, un senso ce l’ha. Certo che ce l’ha. E lo sa il passo che avanza, anche quando è lento e affaticato. Lo sa la mente, arresa alla furia di pensieri che la travolgono. Lo sanno le labbra, secche di parole. Lo sanno gli occhi che non si meravigliano, oggi. Al massimo, riescono ad abbassarsi davanti ad un orizzonte vuoto. Lo sai. Che un senso c’è, lo sai bene. Non cammineresti con rabbia, se la tua meta non fosse un senso, se non avesse senso. Non stringeresti i pensieri dolenti, trattenendoli, se in questi, se almeno in uno di questi, non t’aspettassi di trovare un senso. Fosse anche l’esatto contrario del pensiero stesso. Lo sai benissimo che c’è, un senso, nelle parole non pronunciate, che non corrispondono ad assenza di idee ma alla presenza di silenzi pieni di ciò che in quell’orizzonte non vedi. Il senso c’è. Tutto questo vivere, un senso ce l’ha. Ed è proprio nella ricerca del medesimo. Tra una caduta e l’altra. Tra un urlo e l’altro. Tra i troppo presto e i troppo tardi che imbrogliano. Imbrogliano sul tempo e imbrogliano il tempo. Tra un passo e l’altro. Il senso è nel procedere: con inquieto equilibrio. Di chi sa che il senso si nasconde nella sinuosità di un punto interrogativo, nel fascino del mistero, nella trepidazione di un corpo, di uno spirito, di una vita in continuo movimento, in continua ricerca.

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